ROMA – Far fronte alle conseguenze di un attacco terroristico, in vista del Giubileo. Ora c’è un piano. Anzi, tanti. Decine di scuole, monumenti, stazioni, luoghi istituzionali, ambasciate e persino centri commerciali: Roma ha studiato strategie di emergenza per ognuno di questi obiettivi sensibili in caso di attentato – secondo quanto apprende l’ANSA in un documento. Forze dell’Ordine e Viminale hanno composto il risiko dei movimenti all’interno della Capitale dopo gli episodi in Tunisia, a Parigi, l’attentato a Charlie Hebdo e le continue minacce dell’Isis all’Italia. Il programma di emergenza è stato messo a punto dopo mesi di lavoro: ognuno delle centinaia di punti sensibili della città ha un file dedicato, che contiene un ordine ben preciso con un sistema ‘ad ingranaggi’ e l’entrata in campo di forze dell’ordine e soccorritori, pronto a scattare dall’istante dell’attacco e difendersi.
Tra i più imponenti e significativi, quello a San Pietro o quello al Colosseo. Il piano per l’Anfiteatro Flavio è un esempio: nel raggio di chilometri dal punto dell’eventuale attacco, la zona viene messa in sicurezza ed isolata, con l’intervento di Nocs, Digos, vigili del fuoco, protezione civile e ambulanze pronti a muoversi tra le cosiddette ‘zone calde’ e ‘zone tiepide’. Soprattutto nell’ipotesi dello scoppio di un ordigno, i primi a raggiungere l’epicentro dell’attacco sono i nuclei Nbcr (Nucleare Biologico Chimico Radiologico) dei vigili del fuoco. I reparti antiterrorismo cinturano la zona e le ambulanze restano nella zona tiepida per far partire i mezzi. Ai Fori Imperiali vengono sistemate una sala operativa mobile e un’area sanitaria per soccorrere eventuali feriti. Al Circo Massimo atterra l’eliambulanza. Da via dei Fori Imperiali a via San Giovanni in Laterano, l’arco di Costantino e dall’altra parte il parco di Colle Oppio, delimitano la zona calda e quella tiepida. I mezzi di soccorso, ammassati in uno specifico punto, sono pronti a trasportare eventuali feriti al più vicino Ospedale San Giovanni e, a seguire, nelle altre strutture.
In un eventuale attentato a piazza San Pietro, nel caso di un attacco all’interno dell’area del Vaticano, la zona calda viene delimitata dalla piazza e dal colonnato del Bernini. Nelle piazze adiacenti atterrano elicotteri ed eliambulanze pronti a decollare, oltre a quelli già in volo. Ospedale di riferimento, in questo caso, è invece il Santo Spirito. L’eliambulanza decolla e atterra a largo Giovanni XXIII e i mezzi di soccorso in via della Conciliazione, con la Sala Operativa Mobile vicina al Colonnato. Tutti i piani prevedono uno stravolgimento del sistema di viabilità in tutta la città per permettere a forze dell’ordine, vigili del fuoco, ambulanze e altri mezzi di soccorso di raggiungere le zone calda e tiepida. Una macchina che si attiva e cambia completamente in base al luogo dell’attacco, per limitare i danni e prevenire stragi e altri spargimenti di sangue all’insegna della jihad.(www.ansa.it)