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Biancuzzo: “il ponte cui prodest?”

MESSINA – Utilizzando la celebre locuzione latina  come elemento retorico, il Consigliere di circoscrizione Mario Biancuzzo, indirizza una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sull’argomento Ponte sullo Stretto.

Nella terra del Gattopardo – scrive Biancuzzo – il tempo è tiranno … e la libertà di movimentare uomini e merci è la priorità che va garantita a tutti, ancor di più a chi vive nell’arretratezza, perciò si deve ieri e non oggi costruire il  ponte, di cui si parla  da decenni, perché nel costruire ed edificare lo sviluppo non c’è niente di sbagliato, e non è demagogia aspirare alla crescita del territorio solo quando si tratta della SICILIA. Già questa premessa dovrebbe renderci consapevoli tutti della necessità di reclamare pari opportunità ed investimenti in Sicilia.

E’ stucchevole quella politica che impegna i tecnici del settore che da sempre progettano e pianificano dibattendo sulla fattibilità e di recente rimbalzano le criticità per essere moderni invocano anche problematicità sull’ecosostenibilità dell’opera “faraonica” ponte o tunnel che sia.

Ciò premesso Sicilia e Calabria indubbiamente ne ricaverebbero vantaggi importanti e determinanti per i loro rispettivi territori, e non solo, si invertirebbe sicuramente il rapporto nord -sud a favore del sud-nord… farà paura questo?

Il progresso e lo sviluppo avrebbe un impatto significativo e rivoluzionario in queste regioni e ancor di più in Sicilia, in quanto le due sponde collegate stabilmente riporterebbero al centro dello scenario mondiale dell’economia questa area naturale e strategica del mediterraneo che gli antichi popoli ci invidiavano e che nell’ambito della visione geopolitica economica darebbe lustro e sviluppo al meridione e all’Italia.

Indubbiamente – prosegue il Consigliere – le opere interconnesse a supporto e a raccordo del ponte implementerebbero la connessione creando collegamenti degni dell’epoca…. piuttosto che accontentarci di chiacchiere, promesse e ancora dibattiti faziosi su i costi e i benefici dell’opera senza la quale la nostra isola la nostra economia non ha rilevanza nel mondo globalizzato ad alta velocità, forse verrà prima o poi un mecenate che vorrà e farà il miracolo….magari!!!

 Qui non godiamo che di  risorse naturali, paesaggistiche e culturali sottostimate lasciate all’incuria perché siamo governati dalla lentezza e della rassegnazione atavica, lo sviluppo è fermo, intere generazioni lasciano il meridione e ancor di più la città e l’isola per connettersi a un mondo che crea nuove occasioni  e che avanza inesorabile allacciandosi al progresso vero fatto di concretezza e infrastrutture adeguate ai tempi….si vola, si viaggia con il massimo confort ovunque al nord, in Europa e nel mondo, qui basta traghettare che un disabile o una persona anziana, e immediatamente ci si rende conto che mancano le coincidenze assicurate però sulla carta, poi deambulare con bagagli per centinaia di metri a Villa San Giovanni è un’impresa da Odisseo barriere architettoniche ovunque,  scale non mobili in salita e discesa senza servizio di facchinaggio, senza segnaletica, senza servizi, senza personale adibito a supportare il viaggiatore che diventa subito un naufrago che si deve arrangiare o desistere dall’essere libero di andare….è una dura realtà di cui nessuno parla, e poi i costi esosi, lasciano desistere chiunque dal venire in Sicilia, cosi come si desiste dal rimanerci a fronte del nulla che offre…. Qui solo il rispetto degli affetti ci conduce ad attraversare mille peripezie per traghettare con disagi e sofferenze solo per riabbracciare i nostri cari … un incubo, e un disservizio inaccettabile riservato solo alla nostra amara terra….Vergogna!!!

Qui si sopravvive in una gabbia di arretratezza e luoghi comuni, siamo come animaletti che nascono si nutrono e muoiono senza progredire né sognare anche i sogni ormai siamo convinti non abbiano senso…ogni tanto ci illudiamo che il progresso non sia per noi, ma riguardi solo  altri in altri luoghi…..dove i treni sono puntuali, gli aereoporti efficienti, e le strade sono sicure a più corsie, i trafori collegano località gia facilmente interconnesse…..mentre qui basta guardare alla nostra città ci accontentiamo di appena tre strade mal messe, svincoli mai aperti, file e code lunghissime per pochi km…..e gallerie senza luci con il manto stradale sempre da appaltare per la manutenzione dai templi biblici …. qui l’economia è asfittica, ma siamo invasi da banche e finanziarie….siamo ospitali della nostra autoreferenzialità….e non ci stanchiamo di lamentarci e basta…..

Sognare il ponte qui è come raccontare le favole ai bambini…..intere generazioni hanno letto e leggeranno che eravamo la terra dei Miti ponte compreso, un plastico e con tanti progetti per ogni stagione politica con tanti soldi pubblici investiti per ipotizzarlo per poi archiviare tutto nei cassetti dei pericoli e del tanto altro prima c’è da fare….che intanto non accade e sia accumula a priorità che riempiono i giornali e gli occhi della rabbia senza un senso di ribellione e riscatto di quei cittadini che non possono esercitare il diritto di cittadinanza.

Ma in realtà in realtà qui il progresso è stato ucciso dall’ignavia, dai politicanti di ogni schieramento, convinti che altrove si può e si deve andare avanti investendo e migliorando economia, tessuto sociale e cultura, mentre qui basta il mare e quel poco o nulla concesso.

Qui – conclude Mario Biancuzzo – perde l’intelligenza e la  cultura e Vince ancora la mentalità chiusa dell’isola nell’isola, e la miopia e la paura anche di sognare che il riscatto del Sud è un diritto e un dovere, e non una gentile concessione o peggio un privilegio inutile e troppo costoso per gente senza orgoglio con una storia e una cultura grandiosa Madre della civiltà, che se oggi dovesse riprendere a camminare lungo il famigerato ponte …. Conquisterebbe di nuovo il mondo in modo inesorabile spazzando via senza mezze misure l’ipocrisia e l’ignoranza di quanti ci rendono muti, sordi e ciechi nell’apprezzare e valorizzare. Noi il vero ombelico del mondo.”

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