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Chiara Sterrantinio: Fake Onorevoli hanno declassato il Papardo e gli ospedali tirrenici. Con Musumeci ripareremo la “RETE”.

Con AGENDA CHIARA SALUTE, l’Avv. Chiara Sterrantino, candidata nella lista Diventerà Bellissima, interviene sui problemi della rete ospedaliera in provincia di Messina.

Mare di questioni irrisolte, di diritti negati, di bisogni sociali non soddisfatti la Sanità in Sicilia, dal punto di osservazione della nostra provincia, richiede un’attenzione particolare. Il 10 ottobre scorso, al ritrovo La Dolce Vita, a Messina, insieme al Presidente MUSUMECI abbiamo incontrato 50 medici ospedalieri, di famiglia, pediatri. Occasione che si è rivelata molto importante, certamente unica in questa campagna elettorale così povera di contenuti. Ne abbiamo tirato fuori queste pagine sicuramente limitate e imperfette, ma che si sforzano di offrire proposte, indicazioni, spunti all’intendimento del Presidente di fare un grande sforzo per cambiare la sanità nella nostra Regione. Oggi l’Agenda Salute si occupa di un tema molto sentito: la rete ospedaliera in provincia di Messina.

Il DM 70/2015 rappresenta la linea guida mediante la quale le regioni italiane hanno dovuto rivedere l’organizzazione della loro rete ospedaliera secondo standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ponendo fine ad una ormai datata deregulation organizzativa e con l’intento di uniformare in tal modo i tempi e la qualità dell’assistenza in tutto il territorio nazionale.

A quest’obbligo legislativo non si è sottratta la Regione Sicilia che con il  D.A. 629 del 31.3.2017 ha adottato i principi del citato Decreto Ministeriale senza però alcun preventivo confronto con le parti sociali, le associazioni di categoria e le società scientifiche: una rete ospedaliera preparata male ed in fretta e furia, piena di inesattezze, al punto che l’Ars ha dovuto più volte mettere pezze e correzioni.

La provincia di MESSINA in particolare è quella che ha subito le MAGGIORI PENALIZZAZIONI maggiori penalizzazioni in ordine al numero dei posti letto complessivi persi, al declassamento, al taglio ed in alcuni casi alla soppressione di Unità Operative.

La gestione dell’emergenza-urgenza, punto cardine attorno al quale si snoda la fisionomia e quindi il numero dei reparti per presidio ospedaliero, è strutturata secondo il modello di Hub e Spoke, definiti per territorio,  quindi per numero di abitanti, e qualificati pertanto a seconda dell’intensità e complessità delle cure erogabili in tali strutture.

In tale visione MESSINA PERDE UN IMPORTANTE POLO per la gestione dell’emergenza urgenza di alta specializzazione, quello dell’ OSPEDALE PAPARDO, tuttora identificabile con Hub, che nella nuova rete invece viene inquadrato come  Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA) di I livello, quindi Spoke al pari di alcune strutture ospedaliere dell’ASP e dell’Ospedale Piemonte. Questa condizione potrebbe implicare la revisione di importanti strutture ivi presenti come la Cardiochirurgia, la Chirurgia Plastica, la Neurochirurgia, la Chirurgia Vascolare e la Toracica che legittimano la loro presenza solo in Presidi Ospedalieri di un livello superiore.

Il territorio tirrenico della nostra provincia non è risparmiato dai ridimensionamenti imposti dalla nuova rete ospedaliera. Viene soppressa l’Unità Operativa di Urologia che insisteva storicamente nel Presidio Ospedaliero di BARCELLONA POZZO DI GOTTO e il reparto di Nefrologia di MILAZZO viene declassato da Unità Operativa Complessa a Semplice nonostante le alte performance da questo raggiunte ngli anni  che lo pongono ai vertici tra le pari strutture siciliane per la qualità ed il numero delle prestazioni offerte. L’ospedale di Milazzo perde un consistente numero di posti letto nelle discipline di Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia e Otorinolaringoiatria che in una prima stesura del documento organizzativo veniva declassata ad Unità Operativa Semplice per poi successivamente essere recuperata. La Chirurgia di Milazzo alla quale verrebbe unificata quella di Barcellona P.G. non incrementa sostanzialmente il numero di posti letto disponibili né del personale sanitario nonostante con questa nuova organizzazione si troverà a fronteggiare richieste di salute di un vasto territorio che comprende i due comuni più popolosi della provincia di Messina con il loro hinterland.

Difficoltà organizzative e di personale si registrano nella rimodulazione dei reparti dei restanti presidi di pertinenza dell’ASP.

Bisogna pertanto salvaguardare i principi del DM 70/2015 e lavorare affinchè sia ripensata la distribuzione dei reparti all’interno delle strutture ospedaliere della provincia di Messina considerando la sua peculiare estensione e le proprie caratteristiche orografiche segnate da una insufficiente rete di collegamenti stradali e da ISOLE MINORI (EOLIE). La visione di insieme che ne scaturisce è quella una sanità allo sbando dove le vittime sono in primo luogo i pazienti. Nel 2013 poco meno di 50.000 cittadini siciliani hanno lasciato l’isola per CURARSI FUORI DELL’ISOLA CON UN COSTO PER LA REGIONE di OLTRE 190 MILIONI DI EURO. Un dato che mortifica le attese delle famiglie e gli stessi medici che, pur lavorando con dedizione e sacrificio, vedono vanificato e svilito il loro impegno a causa di questa inarrestabile fuga di pazienti. Bisognerà porci mano e “riparare” la rete ospedaliera messinese, recuperando ciò che alcuni FAKE DEPUTATI HANNO COMBINATO IN TERMINI DI PENALIZZAZIONE DI MESSINA E PROVINCIA, NEGANDO POI CIÒ CHE HANNO FATTO E VOTATO. Ripareremo, dobbiamo farlo. E lo faremo.#AgendaCHIARA SALUTE.

RIPAREREMO LA RETE: GLI OSPEDALI E IL NOSTRO TERRITORIO UMILIATO DAI FAKE ON.

Mare di questioni irrisolte, di diritti negati, di bisogni sociali non soddisfatti la Sanità in Sicilia, dal punto di osservazione della nostra provincia, richiede un’attenzione particolare. Il 10 ottobre scorso, al ritrovo La Dolce Vita, a Messina, insieme al Presidente MUSUMECI abbiamo incontrato 50 medici ospedalieri, di famiglia, pediatri. Occasione che si è rivelata molto importante, certamente unica in questa campagna elettorale così povera di contenuti. Ne abbiamo tirato fuori queste pagine sicuramente limitate e imperfette, ma che si sforzano di offrire proposte, indicazioni, spunti all’intendimento del Presidente di fare un grande sforzo per cambiare la sanità nella nostra Regione. Oggi l’Agenda Salute si occupa di un tema molto sentito: la rete ospedaliera in provincia di Messina.

Il DM 70/2015 rappresenta la linea guida mediante la quale le regioni italiane hanno dovuto rivedere l’organizzazione della loro rete ospedaliera secondo standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, ponendo fine ad una ormai datata deregulation organizzativa e con l’intento di uniformare in tal modo i tempi e la qualità dell’assistenza in tutto il territorio nazionale.

A quest’obbligo legislativo non si è sottratta la Regione Sicilia che con il  D.A. 629 del 31.3.2017 ha adottato i principi del citato Decreto Ministeriale senza però alcun preventivo confronto con le parti sociali, le associazioni di categoria e le società scientifiche: una rete ospedaliera preparata male ed in fretta e furia, piena di inesattezze, al punto che l’Ars ha dovuto più volte mettere pezze e correzioni.

La provincia di MESSINA in particolare è quella che ha subito le MAGGIORI PENALIZZAZIONI maggiori penalizzazioni in ordine al numero dei posti letto complessivi persi, al declassamento, al taglio ed in alcuni casi alla soppressione di Unità Operative.

La gestione dell’emergenza-urgenza, punto cardine attorno al quale si snoda la fisionomia e quindi il numero dei reparti per presidio ospedaliero, è strutturata secondo il modello di Hub e Spoke, definiti per territorio,  quindi per numero di abitanti, e qualificati pertanto a seconda dell’intensità e complessità delle cure erogabili in tali strutture.

In tale visione MESSINA PERDE UN IMPORTANTE POLO per la gestione dell’emergenza urgenza di alta specializzazione, quello dell’ OSPEDALE PAPARDO, tuttora identificabile con Hub, che nella nuova rete invece viene inquadrato come  Dipartimento di Emergenza Accettazione (DEA) di I livello, quindi Spoke al pari di alcune strutture ospedaliere dell’ASP e dell’Ospedale Piemonte. Questa condizione potrebbe implicare la revisione di importanti strutture ivi presenti come la Cardiochirurgia, la Chirurgia Plastica, la Neurochirurgia, la Chirurgia Vascolare e la Toracica che legittimano la loro presenza solo in Presidi Ospedalieri di un livello superiore.

Il territorio tirrenico della nostra provincia non è risparmiato dai ridimensionamenti imposti dalla nuova rete ospedaliera. Viene soppressa l’Unità Operativa di Urologia che insisteva storicamente nel Presidio Ospedaliero di BARCELLONA POZZO DI GOTTO e il reparto di Nefrologia di MILAZZO viene declassato da Unità Operativa Complessa a Semplice nonostante le alte performance da questo raggiunte ngli anni  che lo pongono ai vertici tra le pari strutture siciliane per la qualità ed il numero delle prestazioni offerte. L’ospedale di Milazzo perde un consistente numero di posti letto nelle discipline di Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia e Otorinolaringoiatria che in una prima stesura del documento organizzativo veniva declassata ad Unità Operativa Semplice per poi successivamente essere recuperata. La Chirurgia di Milazzo alla quale verrebbe unificata quella di Barcellona P.G. non incrementa sostanzialmente il numero di posti letto disponibili né del personale sanitario nonostante con questa nuova organizzazione si troverà a fronteggiare richieste di salute di un vasto territorio che comprende i due comuni più popolosi della provincia di Messina con il loro hinterland.

Difficoltà organizzative e di personale si registrano nella rimodulazione dei reparti dei restanti presidi di pertinenza dell’ASP.

Bisogna pertanto salvaguardare i principi del DM 70/2015 e lavorare affinchè sia ripensata la distribuzione dei reparti all’interno delle strutture ospedaliere della provincia di Messina considerando la sua peculiare estensione e le proprie caratteristiche orografiche segnate da una insufficiente rete di collegamenti stradali e da ISOLE MINORI (EOLIE). La visione di insieme che ne scaturisce è quella una sanità allo sbando dove le vittime sono in primo luogo i pazienti. Nel 2013 poco meno di 50.000 cittadini siciliani hanno lasciato l’isola per CURARSI FUORI DELL’ISOLA CON UN COSTO PER LA REGIONE di OLTRE 190 MILIONI DI EURO. Un dato che mortifica le attese delle famiglie e gli stessi medici che, pur lavorando con dedizione e sacrificio, vedono vanificato e svilito il loro impegno a causa di questa inarrestabile fuga di pazienti. Bisognerà porci mano e “riparare” la rete ospedaliera messinese, recuperando ciò che alcuni FAKE DEPUTATI HANNO COMBINATO IN TERMINI DI PENALIZZAZIONE DI MESSINA E PROVINCIA, NEGANDO POI CIÒ CHE HANNO FATTO E VOTATO. Ripareremo, dobbiamo farlo. E lo faremo.

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