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L’ Ignoto Marinaio – CONSIGLIO (NON RICHIESTO) PER SALVARE L’ONORE

L’ Ignoto Marinaio

CONSIGLIO (NON RICHIESTO) PER SALVARE L’ONORE

Cari concittadini, “siamo stati sconfitti, ma abbiamo vissuto un’esperienza straordinaria“. Immagino così, con questa bella citazione di Pietro Ingrao, un’uscita di scena alla grande di Renato Accorinti. Il quale, purtroppo per lui, non è Ingrao e, come si dice, la classe non è acqua. Assediato da mille problemi irrisolti, c’è un dato che, tra tanti, dovrebbe indurlo al beau geste: il bilancio. Se sei a capo di un’amministrazione che non ha approvato il bilancio dell’anno prima, non puoi più stare al tuo posto. Devi andartene, hai fallito tu e stai mandando in fallimento la tua città. E, dopo tre anni, non ha più senso la chiamata di correità di chi ha amministrato prima di te. Troppo tardi, dovevi farlo al tuo insediamento. Non è servito nemmeno bruciare l’assessore al Bilancio ormai ex: lo avevi voluto tu e per tre anni ne hai fatto il tuo alter ego. Uno scienziato. Se lo fosse, sarebbe una sorta di Frankstein, visti i risultati da orrore nella gestione finanziaria del Comune. Ora che credi di fare col maghetto dal nome “straniero”? La Corte dei Conti ha parlato chiaro: il disastro è irreversibile. Essere l’unica città che non ha approvato il bilancio dell’anno prima condanna il sindaco e anche il Consiglio comunale. Per sempre. C’è un solo modo di salvare l’onore, ma è un valore poco accorintiano, mal si concilia con l’estetica, la cultura, lo stile del primo cittadino. No, che andate a pensare ? Per carità, non segua l’esempio tragico di tanti imprenditori che, sull’orlo del fallimento,  l’hanno fatta finita. Non mi sogno neppure una rivoltellata alla tempia che fa molto vintage letterario. Un  karakiri rituale, dite? Accorinti conosce il Tibet, non gli interessa il Giappone, non ha frequentazioni culturali con Yukio Mishima. E poi, su, tutto quel sangue! Palazzo Zanca non è né la Bastiglia, né il Palazzo d’Inverno. Pensate a Salvador Allende? Si, potrebbe essere non lontano dai gusti del prof, se gli spiegate un po’. Ma non ci sono qui militari, nessun colpo di stato, nessun complotto: i vigili urbani hanno altre gatte da pelare. Meglio una mossa da “dramma” ma incruenta. Il primo cittadino, per la prima volta in abito scuro, scurissimo, magari si potrebbe fare prestare l’abbigliamento da uno di quei signori, sì quelli che… insomma che si occupano delle “cose ultime”. E così vestito, si presenta in Consiglio comunale con la dichiarazione di dissesto e, pronunciate le ultime parole famose di cui sopra, invita il Consiglio a votare; poi, seduta stante, si dimette e saluta la città. Per sempre. Non vada a Cascais, troppo vicino. Il luogo del l’esilio (volontario) lo ha scritto sulla maglietta.