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L’Ignoto Marinaio – LE CONDANNE PER I MORTI DI GIAMPILIERI, AMARCORD

L’Ignoto Marinaio

LE CONDANNE PER I MORTI DI GIAMPILIERI, AMARCORD

Quindi un giudice – tutti dicono serio e preparato – ha sentenziato: per l’alluvione che il 1 ottobre 2009 fece a Giampilieri e Scaletta Zanclea 37 morti, oltre ai gravissimi danni e disagi alla popolazione, hanno pagato  in
due: gli ex sindaci Giuseppe Buzzanca e Mario Briguglio. Condannati per omicidio colposo plurimo: 6 anni di reclusione a testa, interdizione per tre anni dai pubblici uffici, risarcimento dei danni alle famiglie delle vittime
fino a 3 milioni di euro. Gli altri 13 imputati, tutti tecnici, a cominciare dal capo della Protezione Civile, tutti assolti. Perché pagano solo in due lo sapremo dalla motivazione della sentenza che sicuramente sarà appellata.
E capiremo perché pagano   i “politici” e vengono scagionati i “tecnici”.

Possiamo fare un passo indietro?Siamo alla Camera, è l’8 novembre 2007, due anni prima della tragica alluvione. C’è un deputato “fascista”, sì insomma di An, che illustra un’interpellanza. Che foga! Esagerato. “Signor
Presidente, signor rappresentante del Governo, il 25 ottobre di quest’anno un violento nubifragio ha colpito la città di Messina, in particolare la zona sud della città ed altri comuni della fascia ionica messinese. Si tratta di un nubifragio che ha complessivamente messo in ginocchio un territorio…Solo per un caso non ci sono state vittime!”. Troppo enfatico, catastrofista: vediamo dove vuole arrivare, avranno pensato, lì tra i banchi, i pochi a quell’ora presenti in aula. Lui, imperterrito – sapete come sono questi, sempre “fascisti” sono, inutile che Fini…-
“… questa vicenda ha dimostrato – continua l’onorevole – l’estrema fragilità dello stato ambientale e idrogeologico di questo territorio sensibile. Su questo aspetto credo che sia necessario sottolineare che bisogna procedere ad un attento e immediato monitoraggio di quel territorio sul piano idrogeologico e, per non lasciare poi le cose per
aria e per essere estremamente concreti, è anche necessario che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel momento in cui quest’anno procederà alla programmazione della destinazione delle risorse per interventi finalizzati proprio all’obiettivo di combattere il dissesto idrogeologico, tenga conto di queste situazioni.Questi eventi si potrebbero replicare già domani, con esiti, essendosi verificati durante le ore del giorno e non della notte, che potrebbero essere ben più drammatici rispetto ai risultati che abbiamo registrato in
questa occasione, che hanno finito per colpire aziende, famiglie, privati, abitazioni, ma per fortuna senza provocare vittime, ma soltanto qualche ferito”. E poi conclude, con un invito che sembra un ordine: “Chiediamo che il Governo proceda con interventi concreti ed efficaci, etc etc.”.

Sono passati due anni. È il 7 ottobre del 2009. Siamo nella stessa location di Montecitorio. Guido Bertolaso – sì lui – sottosegretario alla Protezione Civile ha l’ingrato compito, a nome del Governo, d’informare la Camera su
quanto è successo a Messina e Scaletta una settimana prima. I 37 morti sembrano aleggiare,  insieme ai pianti e alla disperazione delle famiglie e della gente colpita, sull’aula progettata da Ernesto Basile, il grande architetto siciliano. Il giorno prima nel gruppone parlamentare dei deputati del Pdl, c’è stata un’animata discussione su chi a nome del gruppo deve parlare in aula. La spunta lui: sì insomma, il capogruppo Cicchitto decide che parla uno dei suoi vice. Sarà lui il finiano a parlare. Qualche deputato azzurro messinese inghiotte. Ci sono timori: tutti sanno come la pensa, qualcuno ricorda il discorso di due anni prima. E poi si sa: i rapporti col sindaco sono pessimi. Cosa gli scapperà dalla bocca. Ma poi, tutti vanno in aula, lo circondano, compatti.

“Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario Bertolaso, a fronte di una tragedia – oggi abbiamo gli ultimi dati: 25 morti e 10 dispersi, che sarà difficile ritrovare in vita – per noi, signor sottosegretario, è di grande conforto la sua esposizione dettagliata, corredata di dati e precisa. Essa, insieme alla sua presenza a Messina, ci ha dato la netta sensazione che anche in questa tragedia lo Stato c’è, lo Stato nazionale da lei impersonato e anche dal Presidente del Consiglio è stato presente, ha dimostrato la sua capacità di intervento, la sua forza, la sua solidarietà verso le popolazioni, e che gli uomini dello Stato, la Protezione civile, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, l’esercito, i volontari, i cittadini, tutti accomunati in questo sforzo di solidarietà, hanno cercato di dare una risposta al lutto, di dare una risposta a questa tragedia.Ma con grande franchezza noi apprezziamo anche la sua lealtà verso il Parlamento, e di avere voluto sviluppare anche nelle ore della tragedia
quasi un’azione pedagogica, signor sottosegretario: quella di farci considerare la Protezione civile coincidente con l’interesse nazionale, cioè un valore che va oltre le appartenenze. E anche la capacità di dire con franchezza alle amministrazioni locali tutte, di centrodestra e di centrosinistra, di ieri e di oggi che c’è una nuova stagione di governo del territorio che dobbiamo riprendere in considerazione: quella di garantire ai nostri cittadini di poter vivere in sicurezza nelle nostre città, di garantire ai nostri figli di vivere e di essere studenti nelle scuole in
condizioni di sicurezza idrogeologica; che ci sono altre questioni che sono secondarie, che c’è la cultura dell’effimero che ci dobbiamo buttare dietro le spalle, e che forse dobbiamo pensare ad organizzare un sistema locale di protezione civile che è molto più importante di un’organizzazione dello spettacolo locale, che non fa parte della cultura prioritaria delle amministrazioni locali. Questo noi lo apprezziamo; come apprezziamo che in un momento politico-istituzionale molto delicato il Presidente del Consiglio abbia avvertito la sensibilità di essere presente sui luoghi del disastro, per dire ancora una volta che l’Italia è unita, che non ci sono differenze sotto questo aspetto fra nord e sud, e che lo Stato e il Governo daranno delle risposte. Questo per noi oggi è importante, alcuni giorni dopo la tragedia: dobbiamo dare una risposta a chi è rimasto, una risposta a chi ha perso la propria famiglia, una risposta a chi ha perso il lavoro, ha perso la propria attività economica; affrontando una grande sfida, se possibile una sfida tecnologica, amministrativa, anche culturale: ricostruire in condizioni di sicurezza le comunità, i paesi, le frazioni che sono state cancellate, ricostruire una cultura che non può essere spazzata via. Dovremo invece spazzare via alcune polemiche che non hanno senso, che credo si siano diffuse sia sul versante culturale del centrodestra che del centrosinistra. Dobbiamo dirci con molta chiarezza che ad alcune disattenzioni – il lutto nazionale, la mancata osservanza di un minuto di silenzio sui campi di calcio di tutta Italia, una sorta di «gabbie informative» per cui stamattina dai grandi quotidiani nazionali questa tragedia è sparita – dobbiamo rispondere con spirito veramente bipartisan, e
dobbiamo rispondere tutti uniti. Non ci possono essere tragedie del nord e tragedie del sud, tragedie più «attenzionate» e altre tragedie meno «attenzionate»: anche in questo modo si dimostra l’unità nazionale. Per cui se vi è stato qualche errore a chi lo ha commesso si dia una risposta! Ieri il Ministro Alfano, presente ai funerali di un servitore dello Stato che ha perso la vita di ritorno dal lavoro in questa tragedia, ha detto…” (PRESIDENTE. La invito a concludere) … “Concludo, signor Presidente, ha detto se vi sono responsabilità omissive e commissive saranno perseguite e saranno accertate”. Poi, il deputato che poi sarebbe stato cacciato da mr B. e che a quell’epoca non era un novellino, si ferma un momento, placa emozioni e rabbia. Prende respiro e dice poche parole, poche ma dure come pietre, come le pietre che seppellirono quei poveri morti. “Noi questo crediamo che la magistratura lo debba fare, per onorare le vittime e per dare una risposta concreta a quanto è accaduto, rispetto a cui non vi possono essere coperture politiche”. (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà – Congratulazioni).
Andò così. E ora va così.