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L’Ignoto Marinaio. SISMA NELLO STRETTO? ACCORINTI NON CI PENSA

L’Ignoto Marinaio.

SISMA NELLO STRETTO? ACCORINTI NON CI PENSA

Il flusso di immagini e notizie dal Centro Italia terremotato è dolore allo stato puro: ci entra in casa e buca qualunque cinismo e indifferenza. Forse perché sollecita il nostro “io” a pensarci al posto dei nostri connazionali di Amatrice o di Arquata del Tronto. E a pensare i nostri cari, i nostri figli, noi stessi nella medesima situazione. È un’operazione, quella della nostra psiche, che spinge tutti ad aprire serbatoi insospettabili di solidarietà che credevamo non ci fossero più. Sono convinto che, nello spreco di parole dette, molte per dire qualcosa, la migliore parola in questa circostanza è quella che non si dice. Purtuttavia, bisogna farsi qualche domanda che la Politica – istituzioni e comunità – ha il dovere di porsi. E una su tutte, che dovrebbe rendere molto realistico il “domani può accadere qui a noi”: cosa ha fatto, o cosa sta facendo, Accorinti per la prevenzione degli rischio sismico a Messina? A giudicare dagli allarmi che sono venuti dalla città (Gazzetta, Cgil) pare nulla o giù di lì. Le previsioni di un terremoto nello Stretto sono “certe”: eppure non si registra alcuna attività da parte dell’Amministrazione che si presenta come compagine di “cervelloni” – uomini-Cnr, accademici, super-tecnici – e invece finora è apparsa un cartoon di cervellotici e stravaganti radical-chic.

1494, 1783, 1908. Sono gli anni in cui Messina fu colpita da sismi tragici. Solo quello che precedette di pochi anni la Grande Guerra fece circa 100 mila morti. Gli ultimi studi dicono che – stando così le cose – un terremoto di pari intensità a quello verificatosi nei giorni scorsi in Lazio e Marche, nonostante l’edilizia anti-sismica, oggi provocherebbe a Messina migliaia di vittime e danni incalcolabili. Mi chiedo: in tre anni cosa ha prodotto il sindaco tibetano in ricognizione di edifici pubblici, scuole, infrastrutture, beni culturali a rischio, per il caso di un evento sismico importante ? Cosa ha fatto, almeno per censire, in centro e soprattutto nei villaggi, abitazioni ed edifici privati non a norma ? Nulla. In tre anni i “rivoluzionari dal basso” non hanno fatto nulla. In realtà gli interventi – rigorosamente ed esclusivamente verbali – del mondo accorintiano sulla prevenzione di un sisma nello Stretto hanno avuto un solo obiettivo: non fare costruire il Ponte. Il terremoto e lo tsunami sono stati gli argomenti di maggiore impatto mentale contro la sua realizzazione. Fuori da questo tema, il pericolo sismico non viene mai citato. Non se ne parla. Meglio di no. Non serve evocare un evento ciclicamente probabile. Non è utile. Politicamente. Farebbe emergere l’ennesima discrasia tra parole e fatti, tra programma e gestione. E l’ennesimo crollo di credibilità di un governo locale che, incapace di fare fronte a spazzatura e crisi idrica, non sarebbe in grado minimamente di gestire un evento drammatico come un sisma. Non ci pensa neppure. Soprattutto chi lo ha votato, sia consapevole che il disastro politico dell’attuale giunta non è la risposta adeguata a prevenire o gestire un disastro naturale. Che non è reale, finché non accade a noi. I quali, invece, siamo qui e ora, candidati a diventare attori e interpreti del “film” horror – morte, distruzione, pianto – a cui assistiamo attraverso le dirette tv. Non dimentichiamole. Potrebbero essere l’anticipo del nostro futuro. Prossimo.