Per non dimenticare
MESSINA – All’alba di 107 anni fa Messina veniva rasa al suolo da uno spaventoso terremoto che coinvolse anche la riva opposta dello Stretto con la citta di Reggio Calabria. Di quel tragico giorno rimane qualche immagine, qualche documento… non è rimasto nulla della Messinesità e dei Messinesi. Sotto le macerie di quel tragico evento rimasero parecchie decine di migliaia di Messinesi; quei Messinesi con la M maiuscola, a questo punto, che sono stati capaci di dare lustro a questa città. Il 90% degli edifici fu distrutto o direttamente dalle scosse, o dal maremoto (oggi piace chiamarlo tsunami) che ne seguì, la ricostruzione ebbe il suo momento più florido, piaccia o no, durante il ventennio fascista dove la città assunse, grossomodo, le sembianze – prima di passare per le distruzioni provocate anche dal secondo conflitto mondiale – che sono arrivate a noi oggi.
Per tornare alla Messinesità con la M maiuscola, la città non è stata più in grado di esprimere ciò che esprimeva prima del catastrofico evento, probabilmente chi rimase vivo preferì andare via da una città, in quel momento, fantasma; ma con costoro andarono via i Messinesi, un popolo fiero e prosperoso, un popolo che non ha nulla a che vedere con chi vive oggi la città. Città che è stata esautorata da tutte quelle istituzioni che portavano prestigio ad una popolazione, senza che questa, i messinesi rimasti, battesse ciglio sulle scelte dei governanti di turno. Certo bisogna fare qualche eccezione… ma il resto è un popolo inerme, che probabilmente aspetta che, un’altro evento parimenti distruttivo, faccia questa selezione naturalmente.