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Rubrica – L’Ignoto Marinaio

Da oggi la rubrica settimanale di analisi politica affidata all’Ignoto Marinaio.

Ormai non c’è nessuno che non veda gli effetti dell’Amministrazione Accorinti. La città ne è sfibrata. E va sfaldandosi il blocco sociale che sostenne questo sindaco nella sua ascesa alimentata dalla protesta contro l’establishment. Cosa resta di quegli entusiasmi e di quelle passioni che si mobilitarono e mobilitarono?  Ben poco. Anni di malgoverno avevano accomunato centrodestra e centrosinistra e la cattiva gestione è stato il propellente di un sindaco fuori le righe: una soluzione semplice a questioni complesse che ha illuso non solo segmenti radicali ma anche tanti moderati, un gesto di “rupture”. A oltre metà mandato di Accorinti, chi votò o no il sindaco “tibetano”, si è reso conto che rabbia e rancore possono distruggere un ordine politico esistente ma difficilmente costruiscono un governo. Ancor meno un governo che vada oltre la demagogia piccolissima e faccia le cose. Le tante cose di cui Messina, in fondo alla classifica della qualità della vita, ha urgente bisogno. Anche l’estetica della maglietta e quella più recente della tuta, indicano una mancanza di contenuti: sotto c’è meno di niente. Si é andati non avanti, ma indietro. E la squadra di governo, la giunta degli ottimati che doveva legittimarsi sulla prassi di governo, si è dimostrata molto aerobica. La performance dei Signorino e De Cola è molto al di sotto di bisogni e aspettative di efficacia della città. E l’esecutivo è stato deludente anche sull’asse vecchio/nuovo: i conflitti d’interesse tra finalità pubbliche e interessi privati, che hanno coinvolto qualche assessore, lo provano ampiamente.
In questo quadro politico deprimente che produce il declino di una città senza più ambizioni, dovrebbe essere l’organo deputato a controllo e indirizzo politico a esercitare una critica serrata e a fare immaginare un orizzonte alternativo. Il che non è. Il Consiglio comunale colpito dalla “gettonopoli” è politicamente inservibile e non è interlocutore dei messinesi. E quel che è peggio è diventato un ausiliario di Accorinti, né più né meno che un’appendice dell’amministrazione attiva. Una piccola corte inutile e costosa: i consiglieri sono i consiglieri di Accorinti. Che, pur avendo i numeri, non lo sfiduciano. Per inerzia, per assenza di motivazioni, ma sopra tutto per paura di perdere il posto. Miserie politiche che danno il senso di una città morente e spogliata di tutto. La quale ha l’evidente bisogno di una nuova amministrazione, ma anche di una nuova e vera opposizione.