Concorso per Dirigente Scolastico, il ricorso blocca tutto; il Ministro faccia chiarezza
L’obbiettivo del Miur, già nel 2018, era quello di eliminare il fenomeno delle “reggenze” nella scuola pubblica italiana. La procedura doveva essere chiara e trasparente, ma evidentemente qualcosa non deve aver funzionato se 347 docenti-candidati si sono rivolti alla Procura della Repubblica di Roma, 2500 sono stati quelli che hanno fatto ricorso al Tar e per finire qualcuno dei candidati si è rivolto al Presidente della Repubblica.
Il Tar è stato il primo a esprimersi in data 2 luglio scorso, annullando l’intera procedura concorsuale e accogliendo la censura dell’incompatibilità a vario titolo di tre commissari. Preso atto di ciò il Miur, va avanti e ricorre al Consiglio di Stato 6^ sez., che prescindendo dal merito, il 12 luglio sospende l’esecutività del provvedimento. Ora, le ragioni dell’annullamento sono inattaccabili, tanto che, l’Avvocatura dello Stato non ha neppure provato a difendere la posizione del Miur e si è affidata all’emergenza delle scuole puntando sui bisogni di dirigenti scolastici per ottenere una sospensiva la cui durata e i cui esiti sono affidati ancora una volta alla magistratura. E non è ancora tutto: non in ultimo sorprende leggere che, in una procedura concorsuale raccontata ai cittadini come il trionfo della meritocrazia, nell’elenco degli idonei compaiano nomi privi di qualsivoglia titolo professionale. A questo punto è necessario che il Governo e, dunque, il Ministro scenda in campo per far chiarezza e offrire alle scuole una tutela vera e non apparente.





