L’Ignoto Marinaio – Chi vuole il codice nero: perchè chiude il pronto soccorso notturno del Piemonte
L’Ignoto Marinaio
CHI VUOLE IL CODICE NERO: PERCHÈ CHIUDE IL PRONTO SOCCORSO NOTTURNO DEL PIEMONTE
Insomma, nonostante l’impegno di tanti e una legge – una delle poche cose che la politica è riuscita a produrre a Messina – vogliono chiudere l’Ospedale Piemonte: l’idea di mettere questo vecchio vagone al traino di una locomotiva nuova e forte come il Centro Neurolesi, ad alcuni ambienti che si danno arie da poteri forti, non va giù. Niente da fare: non gli cala. E non sono bastati né un atto formale dell’ Assemblea regionale siciliana, né un decreto assessoriale – elaborato per settimane e soppesato in commissione Sanità col bilancino dello speziale – a fare il matrimonio con l’IRCCS. Questo matrimonio non s’ha da fare, nonostante “il popolo” che – non solo tramite i suoi organi rappresentativi (a che serve votare ormai ?) – ma anche direttamente, attraverso petizioni, manifestazioni, proteste, abbia espresso il sentimento, oltre che la volontà, di mantenere e investire su un ospedale che tiene dentro il cuore suo e della città. Da lunedì, cominciano a chiudere il Pronto Soccorso notturno. E, a proposito di cuore, avendone uno pure io, vorrei dire che, nel solcare i mari della vita privata e pubblica (che per tanti anni per me sono stati la stessa cosa) nel punto-nascita di quell’ospedale pubblico – non altrove, come certo conformismo da status esigeva facessi – è nato mio figlio e un’altra mia piccola – dolore immenso che tanti altri hanno provato, il che non lo priva della sua immensità – è volata via. E, in questo intrecciarsi del mistero della vita e del suo contrario, sta l’empatia che suscita in me come in tanti, certo nella gente messinese, questo “povero vecchio” che si vuole curare perché a sua volta curi. Ma dicono di no, non so bene attraverso quali canali invisibili – che siano fogne ? – che attraversano la città e arrivano fino a Palermo. Dove una giunta regionale morente, e ridicola nei suoi rantoli, non fa ciò che è suo dovere fare per dare attuazione alla legge. Così accade che la “trimurti” la quale governa l’azienda Papardo emani un provvedimento che sospende il funzionamento del Pronto soccorso dalle ore 20 fino alle 8: è il seguito effettivo alla determinazione più volte prospettata, come evento auspicato più che da scongiurare. Ehi voi, messinesi: raccogliete ictus, infarti, incidenti, emergenze e fatalità varie fino alle 19,59. Poi il Pronto Soccorso del Piemonte va a nanna. Non c’è. Per voi. Se volete, c’è il Policlinico. Potete fare la fila lì. Tanto, vi troverete in (poco allegra) compagnia. Doppia, almeno, se chiude il Piemonte. E così la vince il Magnifico Rettore che vi vuole “suoi” ospiti notturni, nel “suo” ospedale. Per diventare – lui – più potente. Sangue fresco – ahimè in senso letterale – che entra nelle vene di un’Università esangue, fuori dalle classifiche degli Atenei in salute per formazione, ricerca, traguardi. Magrissima e deprimente consolazione. Certo, lì vi passerà magari tutta la notte ad aspettare la vostra chiamata: verde, giallo, rosso. Arriverà. Tardi, visto che ci sarà anche la doppia fila. Speriamo che nessuno di noi diventi titolare di codice nero. Temo accadrà a qualcuno. Ma che volete, così hanno deciso l’agonizzante Crocetta, il suo insipido assessore Gucciardi, la trinariciuta triplice guidata da Vullo, il silente sindaco metropolita di Messina. E il Magnifico, che “incassa” e capitalizza il capitolo ennesimo del declino della città. Che stavolta farà vittime. Povere, ignare, indifese. Quante non posso saperlo. Ma le farà. Impedirlo è un dovere. Chi può faccia. Presto.





