L’Aeroporto del Mela va fatto: Riggio ha torto, deputati per 5 anni assenti
MESSINA – Sulla vicenda che riguarda l’interessamento – da parte di imprenditori stranieri – per la costruzione di un’aeroporto nella zona “del Mela”, abbiamo intervistato Gianfranco Minuti coordinatore provinciale di Scuola Politica (gruppo Briguglio-Musumeci).
D.: Voi come Gruppo politico siete sempre stati favorevoli all’aeroporto del Mela, ma il presidente dell’Enac, Vito Riggio, dice no. E allora?
R.: Riggio sostiene che gli attuali aeroporti in Sicilia bastano e avanzano. Ma non è vero. Si pone il problema di quanti chilometri oggi devono fare per raggiungere un aeroporto i cittadini e gli operatori economici di una zona vasta come la tirrenica ? E quali percorsi proibitivi e costi devono affrontare i turisti che vogliono raggiungere le nostre isole Eolie?
D.: I politici si dicono d’accordo: Crocetta, Germanà, Formica, Laccoto
R.: Hanno avuto cinque anni per pensarci e non hanno fatto niente, completamente niente. Eppure c’era stato un ottimo lavoro fatto dall’amministrazione provinciale Leonardi. La deputazione messinese e il governo Crocetta sono stati del tutto assenti anche sulla vicenda aeroporto del Mela.
D.: Andiamo ai contenuti. Il turismo: quando si vuole fare una grande opera, si tira in ballo il turismo. Ma siamo sicuri che serva un aeroporto per rilanciare il settore?
R.: Da solo no, ma può essere un fattore decisivo. Il turismo è la “fabbrica” naturale per la Sicilia, ma per farla funzionare occorrono tre cose: l’accessibilità dei luoghi, la promozione e l’innovazione del prodotto turistico. Un aeroporto tra Messina e Palermo, quale sarebbe quello del Mela, aiuterebbe molto a colmare il gap di questi tre parametri, soprattutto il primo: il turismo siciliano vive di linee aeree, siamo un’isola è il 97% dei visitatori arriva volando.
D.: Siamo in tempi di magra, i costi?
R.: Ci sono studi che depongono per la sostenibilità dei costi. Io dico: verifichiamo pure. Certo se c’è una holding indiana, o comunque estera, che vuole investire e il presidente dell’Enac alza un fuoco di sbarramento, invece di incoraggiare l’arrivo di capitali stranieri, siamo condannati all’immobilismo. Così non cresceremo mai.
D.: Perché crede che ciò non è stato fatto ieri si può fare oggi?
R.: In questi anni fondamentalismo, terrorismo e “primavere arabe” – rivelatasi bui inverni – hanno fortemente ridimensionato gli arrivi in Egitto, Tunisia, Marocco e negli altri Paesi che facevano concorrenza alla Sicilia che adesso vede quella concorrenza, se non cancellata, drasticamente penalizzata. Dobbiamo sfruttare questo momento mettendo in campo infrastrutture che possono dare forza al nostro turismo. L’aeroporto del Mela sarebbe l’aeroporto delle Eolie, oltre che della Tirrenica e dei Nebrodi. Se non ora quando ? Gli indiani lo hanno capito, hanno fiutato l’opportunità. Vanno accolti e sostenuti.
D.: Tanti sostengono che, dati alla mano, l’aeroporto sarebbe un azzardo.
R.: Non mi pare. Barcellona e Milazzo, con il loro hinterland, sono una base demografica e produttiva più robusta di Lamezia e Trapani, aeroporti che reggono. L’aeroporto di Trapani, grazie a Ryanair – quello delle compagnie low cost può essere un potenziale importante – ha avuto uno sviluppo straordinario. Gli scali di Catania e Palermo sono stati rispettivamente la primo e terzo nelle preferenze degli italiani. E il piccolo aeroporto di Trapani ha un ottimo decimo posto accostato alla Capitale Olandese.
D.: Vi siete posti il problema dell’impatto ambientale in una zona che già paga i costi della Raffineria di Milazzo e della centrale di S. Fiiippo del Mela?
R.: Certo: quale miglior modo col nuovo scalo di pensare a un futuro sostenibile post- raffineria, basato sul turismo e settori compatibili col rispetto dell’ambiente?
D.: E allora?
R.: Lo spazio c’è perché la Sicilia, nonostante l’assenza del governo Crocetta, tira molto. E l’aeroporto del Mela entrerebbe, eccome, nel mercato, aumentando il flusso di visitatori. L’aeroporto del Mela non è un miraggio, ma l’occasione per pensare in grande. Proviamo a farlo.





