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Bocciato il taglio del canone Rai

Il mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025. Lo denuncia il Codacons, commentando la bocciatura in Commissione bilancio del Senato all’emendamento della Lega per il taglio del canone da 90 a 70 euro.
Il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, e dal 2016 è stata introdotta la presunzione di detenzione dello stesso apparecchio nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica. I titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale sono quindi tenuti al pagamento del canone mediante addebito nella fattura della luce – spiega il Codacons. Prima dello sconto da 90 a 70 euro, il canone Rai generava introiti per circa 1,9 miliardi di euro annui: questo significa che, con la mancata proroga del taglio, le famiglie italiane a partire dal 2025 dovranno mettere in conto una maggiore spesa complessiva tra i 420 e i 430 milioni annui a titolo di canone.
“Il Codacons chiede che si apra una discussione seria sull’eliminazione totale del canone Rai, un’imposta ormai anacronistica, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e il crescente utilizzo delle piattaforme streaming” – afferma Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons. “La Rai, come altre reti, può puntare su una maggiore raccolta pubblicitaria, permettendo così alle famiglie di risparmiare su un costo che grava inutilmente sui bilanci domestici.”

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