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L’Ignoto Marinaio – Ospedali: i tagli di Saro&Baldo, il Policinico del Magnifico, il Piemonte-IRCCS retrocesso, gli onorevoli-acrobati, il silenzio del Tibetano Metropolita. Sì, Messina è la Città Babba: il titolo non è in palio.

L’Ignoto Marinaio

Ospedali: i tagli di Saro&Baldo, il Policinico del Magnifico, il Piemonte-IRCCS retrocesso, gli onorevoli-acrobati, il silenzio del Tibetano Metropolita. Sì, Messina è la Città Babba: il titolo non è in palio.

Il mio amico Pietrangelo Buttafuoco dice che Crocetta ha una “foga propria dei venditori di medicine per calli” (“Buttanissima Sicilia”, Bompiani). Ma, – siamo in argomento – Saro è furbo, e questa passione non la sta mostrando in questi giorni per il Piano della rete ospedaliera: un carnet ricco di tagli e riduzioni, una sorta di ghigliottina sotto cui cadrà forse qualche spreco, certamente i diritti e le certezze di avere una medicina pubblica per centinaia di migliaia di siciliani. In gran parte povera gente, famiglie che non hanno i soldi per pagarsi la prestazione a pagamento, il “professore” che magari opera “meglio” e diventa più bravo, negli orari nei quali guadagna intra moenia, in fascia a pagamento. Al presidente “rivoluzionario” (ma quanti entusiasti lecchini aveva qui, in città e in provincia! Dove sono ? Che fanno? Perché non lo invitano più ? Perché non gli organizzano cene, spuntini, magari un codazzo a qualche funerale ?), dicevo, non manca la scaltrezza dei venditori di tappeti: ha mandato avanti il suo Baldo Gucciardi, assessore alla Salute. Il Baldo Assessore ci sta mettendo la sua faccia, anzi il suo faccione, su cui è disegnato un permanente non so che, un mix di ebete e sardonico; un sorriso sorpreso, di chi o non ne capisce nulla o ti vuole prendere per il culo, che oppone ai cori di proteste, agli alti lai che si levano da paesi e città per la chiusura di ospedali, la soppressione di reparti, la morte annunciata di pronto soccorso, la falcidia di posti-letto. Lui sorride sempre e si spende, con piglio Democratico, su ospedali hub e spoke, inietta nel lessico l’inglese, il latinorum azzeccagarbugliesco per le masse ignare di Camaro San Paolo o del Rione Aldisio. In italiano, invece, vi spiega che il suo Piano-Tagli “non nasce dall’esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella ben più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi, a tutela della loro vita e della loro salute”. Insomma, non avete capito nulla: lui taglia come fa il chirurgo (è un dottore, in legge), lo fa per il vostro bene: lui ìnclito renzista, per voi incolti civitoti. “È una rivoluzione”, proclama l’uomo-Sanità di Crocetta. Niente da fare, dopo i disastri rigorosamente “rivoluzionari” di questi anni, questa parola, “rivoluzione”, non se la tolgono di bocca. Hanno “rivoluzionato” bilancio (disastrato), appalti e cantieri (fermi), formazione (migliaia a casa), teatri (sipari calati). Ora la “rivoluzione” ci mette le mani addosso, vuole rivoltare la nostra salute. E, manco a dirlo, in questo bailamme di numeri e verba british, chi è l’ultima della classe? Messina. Ormai fa la parte di quello dei Brutos prendeva sempre la scoppola in testa. Leggiamo dalle cronache la sintesi dell’operazione-Baldo: a Messina lo “spoke” sarà il “Papardo”. I presidi ospedalieri di base saranno il “Pulejo Piemonte” di Messina, gli ospedali riuniti Milazzo-Barcellona, gli ospedali riuniti Sant’Agata di Militello e Mistretta (a Mistretta non ci sarà il pronto soccorso), Patti e Taormina. Lipari è il presidio in “zona disagiata”. Il punto tragicomico dei tagli è l’ospedale Piemonte. Sono passati pochi mesi dal suo accorpamento col Neurolesi-Irccs, da quando Baldo – sempre con la stessa levità stampata, come una maschera – tranquillizzava, rassicurava, garantiva; infine, firmava, decretava: Piemonte salvo, anzi con un grande futuro davanti. E invece no: il futuro è già indietro. Il Piemonte-Irccs è declassato, il pronto soccorso cade; e così i reparti Anestesia, Cardiologia, Utic, Neurologia. Segati pure posti-letto per acuti da 51 a 23 +7 di astanteria. Era tutto un tragico bluff. Macché Polo Mediterraneo, quale Eccellenza. Il Piemonte è finito in serie C. Retrocesso. Solo dal suo “manager” (“il Piano non mi piace per nulla”) uno sprazzo di coraggio, in un clima di rumoroso silenzio di tutti i direttori generali. Altre irrazionalità in provincia, in zone zeppe di popolazione e ferite da strade non-strade: su, da Barcellona a Mistretta. Commoventi alcuni onorevoli nelle loro acrobazìe lessicali. C’è Beppe Odontoiatra, che da anni promette tutto a tutti, indossando la divisa e i gradi di plenipotenziario della sanità peloritana per conto del duo Crocetta-Gucciardi: spedisce la palla in tribuna, a Roma; non sa che dire e scrive a Renzi. C’è la chiesuola dei fedeli di Angelino – i portavoce della ministra della Salute – che non sanno che dire; Enzo, Nino, Bruno sproloquiano, straparlano, balbuziano di Baldo&Balduzzi: non vogliono essere crocifissi con l’assessore-assassino – dei “loro” territori e dei “loro” voti (presunti) – che dice di eseguire gli “ordini” della “loro” ministra.

Loro e altri, promettono ardimentose pugne e sanguinosi sfracelli, a Palermo, a Roma, in commissione, al ministero. Forse pure all’ONU. Il Tibetano tace, non c’è. Copre suo compare Saro. Tiene la bocca chiusa. La stessa bocca che ha inondato la città di babbarìe. Eppure ora Accorinti è anche Metropolita. Niente. Muto come un pesce. Neppure una sillaba. E, sopra voi, Il Magnifico. C’è la sua manina nel Policlinico-hub. Policinico. Potere. Sulla pelle della città. Che si conferma la Città Babba. Il titolo non è in palio.

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