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Piemonte-IRCCS, errori a Cinque Stelle

Col voto della commissione Sanità all’Ars e l’emissione delle norme attuative, cala il sipario sul salvataggio dell’Ospedale Piemonte. Nasce la nuova azienda che vede l’Irccs-Neurolesi, una delle poche eccellenze rimaste a Messina, giocare un ruolo da protagonista della sanità cittadina e siciliana. Un risultato importante che fa riprendere a battere il cuore antico della città rappresentato dal vecchio ospedale, cambiato di pelle grazie al Neurolesi, che nella sua stagione di governo (onore a Storace) il centrodestra volle Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (questo vuol dire IRCCS), vincendo non poche avversioni e gelosie romane e non. E almeno stavolta, la politica messinese, utilizzando proprio l’IRCCS, una produzione positiva a casa l’ha portata. Con una distonia alla quale bisogna guardare: il persistente no del Movimento 5 Stelle. I grillini hanno cercato in tutti i modi di fare saltare l’operazione Piemonte-Neurolesi, fino al solitario e incompreso voto contrario in commissione. Un grave errore politico che ha la sua ratio nella costituency politica del M5S. È un episodio-metafora, che mostra tre cose. La prima: prevale nelle donne e negli uomini di Grillo un’etica delle convinzioni rispetto all’etica della responsabilità, per dirla con Weber. Al M5S interessa la propria solitudine rispetto a tutti gli altri, non il risultato. Che, la politica ci insegna, è fatica di cuore e ragione: richiede il sudore di ideare, mediare, confrontarsi, allearsi. E sapere distinguere sostanza da dettagli. Qui era in gioco la salute dei cittadini: così e solo così le famiglie messinesi conservano nel centro città un presidio ospedaliero che dà sicurezza e protezione. Non c’erano serie alternative: non era tale, per dire, il pronto soccorso del Piemonte affidato al Policlinico, una soluzione di mero accrescimento del potere che è nella mission del magnifico rettore. In secondo luogo emerge un non patriottismo territoriale: la “messinesità” per i grillini non è un valore. E non lo sono per loro le iniziative di tutela e sviluppo locale, che passano attraverso alleanze sociali e politiche che i problemi suggeriscono, pur nella distinzione di ruoli e responsabilità. I pentastellati si mostrano troppo guidati da visioni moralistiche che li lasciano al palo sul terreno della cultura di governo. E degli uomini “storici”, veri, non teorizzati. Il popolo della città che vive, pulsa, soffre e specie sul fronte del diritto alla salute, come in questo caso, ha bisogno di risposte concrete non di astrazioni. E invece andare oltre scontrini e restituzioni, a loro viene difficile, talvolta impossibile. Terzo: hanno una classe dirigente che annaspa nel legittimarsi come tale e proporsi come alternativa, non solo pura e dura, ma anche capace e competente sul terreno delle cose da fare. Una lacuna che ormai molti notano e provoca primi sentimenti di delusione. Attenuato il rancore contro il vecchio e lo spasma del nuovo a tutti i costi, ci si va accorgendo che i Cinque Stelle non danno soluzioni, ma solo no seriali e a prescindere. Dentro e oltre la vicenda Piemonte e con sullo sfondo elezioni regionali e comunali, potrà così mai essere quella offerta dalla signora Zafarana e dai suoi amici una proposta di governo credibile?

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