ROMA – “La turbativa d’asta era solo l’inizio. Come volevasi dimostrare: dall’indagine sul Cara di Mineo stanno emergendo ombre inquietanti sulla gestione del centro di accoglienza, che si conferma essere il postificio e il bancomat elettorale dei partiti di governo, che a Roma alimentano l’immigrazione senza fine, Ncd in primis. Uno squallido e sporco business sulla pelle degli immigrati. Un mangimificio che ha fatto comodo, fino ad oggi, ai partiti per garantirsi voti, favori, potere, appalti”. Così il deputato Angelo Attaguile, segretario della commissione Antimafia, sulla notizia dei cinque nuovi indagati per la vicenda del Cara di Mineo, tra cui figura il sindaco Anna Aloisi.
Continua Attaguile, “Le cronache fanno emergere scenari inquietanti, una rete clientelare organizzata, come da noi denunciato fin dall’inizio e come già anticipato dalla procura di Caltagirone: 700 nomi di coinvolti e presunti coinvolti, molti dei quali ‘eccellenti’, fanno tremare i piani alti della politica siciliana e romana.
Ci si rende conto che più l’inchiesta va avanti e più si scopre che l’unica ragione che ha fino ad oggi orientato le scelte dei governi è la volontà di speculare sul traffico di immigrati, da cui i partiti rappresentati a palazzo Chigi hanno tratto una miniera di soldi e di voti, come conferma anche ‘Mafia capitale’.