Sono accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di essere un’associazione armata, le 19 persone raggiunte dalle misura cautelari notificate questa mattina dagli agenti della Squadra Mobile di Catania.
In particolare dieci indagati sono finiti in carcere e sette ai domiciliari, mentre due ordinanze sono state notificate a persone già detenute.
Si tratta del risultato dell’operazione “Ionica way” che ha fatto luce su un’organizzazione criminale che gestiva due piazze di spaccio nello storico rione San Cristoforo della provincia etnea.
Il gruppo si riforniva di cocaina, hashish e marijuana da grossisti calabresi e albanesi.
L’indagine nasce nel novembre 2012 dal continuo monitoraggio del territorio svolto dagli specialisti dell’antidroga catanese, che hanno individuato un calabrese il quale si è poi rivelato il tramite tra l’organizzazione di spacciatori e le cosche della ‘Ndrangheta che importano e producono grossi quantitativi di droga.
Durante l’indagine, fatta di intercettazioni telefoniche, ambientali, riprese video, appostamenti e pedinamenti, è stato individuato un altro importante elemento della banda, un albanese residente nella provincia di Ragusa, che era il tramite con i grossisti albanesi.
Gli investigatori hanno inoltre appurato che, per evitare i controlli della polizia catanese, gli incontri con i calabresi avvenivano a Messina, dove si effettuava lo scambio soldi-droga.
I criminali avevano organizzato le zone di spaccio con vedette, che avevano il compito di individuare tutte le persone sospette che potessero intralciare i loro traffici; poi c’erano i custodi, con il compito di nascondere le dosi giornaliere che poi smistavano ai vari pusher addetti alla vendita al dettaglio.