L’Ignoto Marinaio – Il sindaco-prof di Ficarra e Picone? No, non è Accorinti: aspettate ancora un po’ per l’Ora Legale
L’Ignoto Marinaio
Il sindaco-prof di Ficarra e Picone? No, non è Accorinti: aspettate ancora un po’ per l’Ora Legale
Avete visto l’Ora Legale, l’ennesimo successo di Ficarra e Picone? Io sì. La parodia drammatica di un’Isola dove le cose non cambiano mai. È la metafora – mediata dalle vicende di un Comune siciliano – dove qualunque tentativo di cambiamento muore per mano degli stessi cittadini che quel cambiamento vogliono. A parole. Non con i fatti. Soprattutto se il nuovo agognato deve passare per comportamenti virtuosi, richiesti a tutti e a ciascuno. Manca il visus dei propri deficit civici, mai addebitati a noi stessi, sempre addebitati “agli altri”. Non perché le scene non siano state girate qui a Messina (la scelta è ricaduta su Termini Imerese), ma il prof Natoli – interpretato dal bravo Vincenzo Amato – sindaco integerrimo,ma capace e competente, schivo e lontano dai riflettori, per nulla narciso e arrabbiato, non è il prof. Accorinti. No, non è lui. E non gli somiglia. Nemmeno un po’. Nell’immaginaria città di Pietrammare, il primo cittadino, eletto a furor di popolo e poi con lo stesso furor di popolo, cacciato, realizza sul serio il suo programma. È questo il suo problema, fa sul serio. I cittadini increduli (come lo sono i “liberal” dinanzi all’ “irreale” determinazione di Donald Trump di adempiere subito alle promesse elettorali) assistono a un vero e proprio ciclone di inaspettati traguardi positivi: la raccolta differenziata, i vigili che vigilano, la manutenzione del verde, e così via E le scuole portate sul set non fanno vedere alunni e insegnanti al freddo e al gelo: i plessi di Pietrammare non sono chiusi perché i riscaldamenti non funzionano. E gli assessori non cadono come birilli. Non si parla di rimpasti. Spazzatura e buche – patrimonio permanente e non negoziabile di Renato – sono scaricate dallo storytelling del film a “quello di prima”: al sindaco, poi ex, poi rivotato a furor di popolo – sempre lo stesso furore degli stessi – con cui era stato mandato via: Gaetano Patanè, nei cui panni si è calato il bravo Toni Sperandeo. Inefficiente e imbrogliapopolo, Accorinti forse non è Patanè, ma non è certo Natoli. Almeno sul piano dei fatti. E della loro distanza dalle promesse E non mi fate ripetere la giaculatoria di rifiuti per le strade, vie dissestate, caos finanziario. Dico solo – seguo la trama dell'”Ora Legale” e delle cronache politiche cittadine – che mentre i “gettonopolisti”, il sindaco “buono” di Ficarra e Picone li mette all’indice, Renato se li tiene buonini buonini. Et voilà: dopo che gli accorintiani arrabbiati di “Indietro non si torna” avevano sparato a zero contro “la mediocrità di gran parte del consiglio comunale, inefficiente oltre ogni limite e trasformista senza alcun ritegno”, Accorinti indietro torna lui. Ed esce il coniglio dal cappello: il “patto” con i consiglieri. Inclusi gli imputati nell’inchiesta aperta dalla Procura. Un baratto tra legalità e non sfiducia. Per salvare la poltrona. Azzardo l’esito: mentre Natoli è costretto a dimettersi, Accorinti resterà in sella. Già la “presidenta” ha fatto sapere che ha firmato la sfiducia, ma è stata “convinta” dal sindaco. E un’altra consigliera di opposizione – approdata a destra – blatera di un “azzeramento immediato della Giunta Comunale e la immediata sostituzione di tutti gli assessori con un Governo tecnico la cui formazione sia condivisa da tutte le forze presenti in seno al Consiglio Comunale e sia espressione della parte migliore delle professionalità e delle eccellenze messinesi”. Cioè: io non voto la sfiducia. E mi tengo la seggiola. A Messina dovrete aspettare ancora per avere l’Ora Legale.





