Dura nota del Coordinatore Gianfranco Minuti e del Portavoce Pietro Grioli del gruppo politico Briguglio-Musumeci, che in una nota congiunta fanno pervenire quanto segue:
Il Governo dichiarando lo stato di emergenza per Messina dà poteri straordinari alla Protezione Civile nazionale. Curcio ed i suoi uomini in campo per “prendere in mano una situazione intollerabile” come dichiarato dal sottosegretario del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti. Coinvolto il genio militare dell’Esercito.
Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti rincara la dose con altra feroce bacchettata: “l’attivazione delle Forze Armate a Messina, è avvenuta poche ore dopo che siamo stati avvisati”. Due palesi condanne rivolte a chi ha l’obbligo di amministrare una collettività inchiodandolo alle proprie responsabilità.
La responsabilità di una gestione della crisi che sia ben oltre la patetica riproposizione dello schema propagandistico del passato del malaffare, del dissesto di bilancio, della difesa dei sani ed alti principi, del “peace and love”, del “mettete i fiori nei vostri cannoni”. La nostra Città, ultima della classe negli indicatori di qualità della vita, diventa a livello nazionale ancor più oggetto di satira. Immagine di un sindaco senza nome, quello “strano con la maglietta free Tibet”. “Quello” messo alla porta alla Assemblea Regionale Siciliana. “Quello” delle menzogne seriali alle comparsate televisive davanti a conduttori irridenti.
A questa nostra città con aspirazioni metropolitane, non serve solo una rappresentanza politica onesta o pulita. Questo è il presupposto minimo ed obbligatorio per chiunque abbia incarico pubblico. Non serve una rappresentanza che, come da due anni per Accorinti ed i suoi sostenitori, viva nel nulla di Palazzo Zanca, “per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima” come in Star Trek Ultima Frontiera.
A questa nostra città serve un governo. Servono un Sindaco ed una Giunta che abbiano il coraggio civico, oltre che la dignità personale, di fare un passo indietro.
A questa nostra città serve uno scatto di orgoglio che, in mancanza di quanto sopra, celebri i Vespri con un derubricazione definitiva di una fallimentare perché inetta Giunta pseudo progressista.
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