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Chiara Sterrantino: Quelle Dottoresse sole di notte, non devono essere più sole.

Dopo il caso della dottoressa di Trecastagni, in provincia di Catania, violentata mentre era in servizio nel presidio di guardia medica, l’Avv. Chiara Sterrantino, candidata all’Ars, nella lista “Diventerà Bellissima” del Presidente Musumeci ha lanciato alcune proposte per affrontare il problema con la sua AGENDA CHIARA. Eccole.

“La questione ora è nota a tutti, c’è voluto il caso delle violenze subite dalla dottoressa in servizio presso la guardia medica in provincia di Catania. Ma il problema è vissuto da anni da molte donne medico, spesso giovani e alla prima esperienza di lavoro, che prestano servizio “di guardia” in solitudine, nei comuni anche minori. Lontane da casa, senza difese, senza protezione, abbandonate a se stesse, in continua tensione per ogni chiamata, per chiunque si presenti a chiedere soccorso: è un paziente o un potenziale stupratore? È la condizione di vita e lavoro di molte donne, molte ragazze siciliane e messinesi che per guadagnarsi il pane, dopo tanti sacrifici, accettano l’incarico di guardia medica in località distanti, costrette ad aprire o a recarsi di notte presso domicili sconosciuti, anche in frazioni lontane dal centro urbano. Per anni si fanno accompagnare da padri, mariti, fidanzati, fratelli che fanno la notte insieme a loro per scongiurare la violenza che bussa alla porta. Ecco una verità che viene tenuta nascosta, non viene detta, perché “illegale”, non prevista dalle disposizioni di servizio. Tutti sanno, ma nessuno ne parla in pubblico. E invece è “illegale” una Regione che non provvede, non aiuta, non previene. Peraltro non molte donne impegnate nelle guardie mediche hanno la possibilità di farsi accompagnare. E si sapeva che, prima o poi, sarebbe accaduto ciò che è accaduto alla dottoressa nel catanese. E forse, è successo altre volte, ma l’interessata è riuscita a scongiurare il pericolo ed ha preferito non denunciare. Adesso, la questione rischia di finire, come tante, nella infinita memoria perduta delle cose che dovevano essere fatte e che non si fanno mai, una volta spenti i riflettori della cronaca. Cosa dobbiamo aspettare dopo lo stupro? Un altro stupro? Un femminicidio dentro una guardia medica? Cosa si può fare? Si ripristini nei presìdi l’autista che accompagni il medico. Così le dottoresse non sarebbero più sole. Ecco la prima cosa che si può “smuovere” in tempi brevi. C’è una spesa in più? Si tagli da un’altra parte: ad esempio l’Asp si faccia dare i locali gratuiti dai comuni, invece di pagare affitti. La Regione si attivi e dia direttive in tal senso. Preveda forme di collaborazione con le amministrazioni locali per autisti e automezzi. Secondo: si realizzino sistemi di telecamere collegate, nelle ore notturne, con una centrale operativa delle forze dell’ordine, della polizia municipale, anche di guardie giurate. Si può fare? Certo che sì può fare. Si deve fare. Si faccia subito. Ne ho parlato col Presidente Musumeci: lo farò, lo faremo.”

 

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