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Scombinare l’ovvio …

Dal profilo fb dell’Avv. Candeloro Rino Nania:

Molti di quelli che vivono in superficie, galleggiando, non riescono a cogliere che l’ovvio, a volte, scriminato e accantonato, contiene molte più verità inossidabili, da diventare valide ed efficaci per sempre.
Eppure non è che ci vuole tanto a capire che vi siano sentimenti che travolgono convenzioni.
Che vi siano coerenti logiche che valicano semplicemente ciò che molti pensano di mantenere in uno stato di complessità cristallizzata ed immodificabile. Che esistano ancora molti che si attardino a rileggere testi senza assorbirne il senso se non per obbligo scolastico rifacendosi a ciò che i critici riportano nei loro commenti e ripetendo, didascalicamente, ai propri ascoltatori cose non vissute e non ispirate dal filtro critico della propria intelligenza.
Questi appaiono spesso come ragazzini imbronciati perché gli capita che le ‘ovvietà’ degli altri siano più ascoltate delle loro ‘originali’ sconfitte, ovvero quelle determinate dal fatto di non aver saputo mai vivere appieno la propria libertà.
In politica, nell’arte, nelle professioni il silenzio inascoltato, quello che diviene obiezione definitiva, a volte scombina perché trafigge l’apparente immobilità del mondo e afferma rivoluzioni inaspettate. In un universo in cui si colgono gli sconfitti senza originalità e di ogni genere e tipo, che si ammantano sovente di abiti non consoni per farsi abilitare all’ascolto, si rende necessario un cambio di passo interpretativo. Per coloro che cercano la forza quando sono deboli, divengono barbosi senza barba, sono tipici di un alterigia supina, appare il passo d’obbligo di stare al loro posto e rassegnarsi agli eventi che, da sempre, hanno contraddistinto la storia dei %popoli per farne quotidianità. Sono loro che tentano di mantenere in vita una realtà che non vuole cambiare mai e conservare, nonostante le stagioni scorrono, beni che non possono possedere, orizzonti che non riescono a saper vivere, blandendo chi sta accanto con ovvietà senza più respiro per poter camminare.
Certo abbattere e sostituire l’ovvio con l’ovvio (Berlusconi con Renzi, Tsipras con Merkel, ISIS con il Papato) è cosa di questi giorni nella discussione pubblica, in cui per mutuare Theodore Zeldin ‘molti sostengono, ad esempio, di intrattenere conversazioni con Dio’, eppure, non rintracciando volontà da tradursi in atti in queste parole se non inasprendo la forza demolitoria, dimostrano, nel contempo, di rimanere intrappolati in quel fondamentalismo che giustifica la tanta violenza diffusa tra stati, tra persone, tra generi, tra popoli, tra tribù. Oggi quindi uscire dall’ovvio é riscoprire come nelle ovvietà si nascondino verità che ci fanno gustare ciò che di buono, di nuovo, di bello, di vivace, di onesto, di vero, di incantevole e di ‘politico’ sta nelle relazioni, significa dare contenuti ai bisogni di una società che vuole personalità costruite, ordine istituzionale, culture che si confrontano e riferimenti autorevoli.
Anche questo, se opportunamente e doverosamente dosato nella conversazione pubblica, può svolgere ed ispirare una difesa autentica del bene comune che è la vita che si plasma e muta per meglio dare risposte a chi ha bisogno di vivere senza barare, confrontandosi con intelligenza e soprattutto opponendosi alle ‘segregate’ generazioni che si ammutoliscono e del sapere che uniforma e omologa.

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