Conclusa la mostra d’arte “I Siciliani Atto II”

MESSINA – Si è conclusa ieri, lunedi 18 Settembre, la Mostra di pittura dei quadri di Gregorio Cesareo, “I Siciliani Atto II”. L’intera mostra è stata ospitata nella sede dell’Ordine degli Architetti di Messina, in via Neocastro, 4. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione culturale “Messina e20” presieduta dall’ingegnere Angelica Nuccio, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Messina e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Messina.
La mostra, che ha visto un gran numero di presenti ammirare le varie opere, ha offerto la possibilità di osservare le tele analizzandone colori, particolari e volti, e soprattutto di interrogarsi sulla natura dei Siciliani nel dualismo concettuale che li contraddistingue tra “pupi” o “guerrieri”. Tradizionalmente i pupi ammaliano con la loro prestanza cromatica nei palcoscenici dove “duellano” tra loro, come marionette in perenne attesa di essere animate da altri. Dalle tecniche dei lavori dell’artista messinese, invece, trapela, oltre lo studio della pittura veneziana e barocca, una diversa prospettiva: i “Siciliani” non sono pupi, perché sono liberi e disegnati senza fili”, ma sono “guerrieri” che “stordiscono con la ricchezza del loro armamento”; essi mostrano con ardore l’armatura lavorata e l’elmo sbuffante di piume, in una visione in cui il combattimento è un monito per ognuno ad essere presente e attivo nel mondo.
Hanno preso parte all’inaugurazione, avvenuta lunedì 11 settembre alle ore 18, l’on. Ardizzone, il quale ha salutato e ringraziato l’artista per l’importante lavoro svolto, interrogandosi anche lui sulla natura dei siciliani, se guerrieri o pupi, o se forse sia più giusto considerare l’indole dei siciliani per metà “guerrieri” e per metà “pupi”; a seguire, ha preso la parola la dott.ssa Maria Teresa Zagone (in rappresentanza dell’assessore alla cultura, Federico Alagna), per la quale i pupi “Siciliani” presentano una “armatura gotica”, cesellata nel minimo particolare, su uno “sfondo caravaggesco” capace di far trapelare la forza di queste figure, il cui sguardo fiero, incorniciato da grandi mascelle serrate, si erge davanti allo spettatore che ne avverte l’onore aristocratico; infine, ha preso la parola il critico d’arte, il dott. Mosè Previti, il quale ha presentato l’artista portando alla memoria del pubblico il momento in cui l’autore da bambino scoprì “lo spettacolare incantesimo dell’opera dei pupi”.
La mostra perciò – come sottolinea la presidente dell’Associazione “Messina e20” – è stata una importante occasione per invitare il pubblico a riflettere sul sentimento guerreggiante che i siciliani devono riacquistare, nella consapevolezza che la vita va affrontata con coraggio e autonomia.