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Chiara Sterrantino: “La sanità in Sicilia? cominciamo dai bambini e dalle cure pediatriche”

Ecco ciò che l’Avv. CHIARA STERRANTINO – candidata all’Ars nella lista messinese di “Diventerà Bellissima”, la lista del Presidente Nello Musumeci – propone per il diritto alla salute dei cittadini più piccoli. 

Il tema della salute in Sicilia e in provincia di Messina è vasto, complicato, già difficile  solo analizzarlo. Non ho la presunzione di farlo. Vediamo di trattarlo un po’ per volta, ma da un angolo di visuale nuovo: quello del paziente. Del cittadino che finora è stato fin troppo… paziente.

Faccio una scelta, una priorità: il bambino. Sono mamma, chi lo è mi può capire. Anche chi non lo è. E ringrazio gli amici PEDIATRI della FIMPE con i quali mantengo una preziosa interlocuzione. Il primo passo è stato l’incontro indimenticabile del Presidente Musumeci, insieme alla sottoscritta, con le categorie mediche che abbiamo tenuto il 10 ottobre scorso alla “Dolce Vita” a Messina: un apporto qualificato e di alto livello politico, professionale, umano. Andiamo al merito.

Prima cosa da fare: per garantire un’assistenza completa ed efficace puntiamo al RIORDINO DELLE CURE PRIMARIE PEDIATRICHE: 1) incentrate sul paziente 2) affidate a un team multidisciplinare 3) organizzate intorno a un’integrazione Ospedale-Territorio. L’unico modo concreto ed efficace per affrontare i problemi e i nuovi bisogni di salute della popolazione pediatrica nel terzo millennio è un deciso rafforzamento delle cure primarie e dei servizi territoriali a fronte di quelli ospedalieri, molto più dispendiosi e, soprattutto per il bambino, fonte di disagio e stress.Il Pediatra di Famiglia deve essere sempre più il primo contatto dello Stato e il primo referente del cittadino-paziente- bambino. E, nello stesso tempo, il Pediatra va visto sempre come professionista essenziale per l’avvio e il monitoraggio dei percorsi preventivo- diagnostico-terapeutici-riablitativi più appropriati per i minori da zero a sedici anni. Percorsi che, nella quasi totalità dei casi, trovano compimento nell’ambito dell’attività dello stesso professionista, senza la necessità di ulteriori e costosi approfondimenti diagnostici né di ricoveri ospedalieri. In questo senso vanno ridefiniti i confini tra  Territorio e Ospedale. 

Secondo: RIORGANIZZARE LA PEDIATRIA TERRITORIALE. Come? Intanto senza mai snaturare la mission del Pediatra: il suo ruolo giuridico, il rapporto fiduciario, la sua funzione garante e tutore della salute individuale del minore. Cioè? POTENZIANDO L’ASSISTENZA SPECIALISTICA PEDIATRICA: a) con una più ampia offerta oraria, sia in termini di contattabilità telefonica che di apertura degli studi dei pediatri; b) rafforzando i Punti di Primo Intervento Pediatrico, che assicurano la presenza del pediatra sul territorio il sabato e la domenica ed i prefestivi ed i festivi. Deve diventare effettiva una visione di “patient-centered primary care“, cioè le cure primarie centrate sul paziente-bambino. In pochi concetti comprensibili a tutti: a) le cure pediatriche devono essere di facile accesso: la risposta deve essere tempestiva rispetto alla domanda; b) va facilitata la comunicazione delle famiglie con il pediatra, via telefono o e-mail, o altro mezzo; c) va coinvolto il paziente e il genitore nelle scelte e nella gestione delle cure; d) occorre la pre-attività degli interventi con i registri di patologia, sistemi di programmazione delle visite e di allerta dei pazienti etc; e) va assicurato il coordinamento delle cure (tra i diversi professionisti) e la continuità dell’assistenza (tra differenti livelli organizzativi, es. tra ospedale e territorio); e) bisogna partire con programmi di educazione alla salute, con particolare riferimento alla SCUOLA ALIMENTARE di questa nostra Agenda. Questo modello di assistenza permetterà al Territorio di esercitare anche una maggiore funzione di filtro, evitando da un lato che i bambini si stressino in inutili viaggi, attese ricoveri ai Pronto Soccorso e ai Reparti Ospedalieri di Pediatria; e dall’altro lasciando la specificità dell’Ospedale alle patologie acute gravi e agli interventi diagnostico-terapeutici del cosiddetto terzo livello. Ma per evitare l’intasamento dei Pronto Soccorso occorre assicurare alle famiglie team pediatrici adeguati. 

Terzo obiettivo: l’INFORMATIZZAZIONE della retesanitaria siciliana che ancora NON ABBIAMO. Una risorsa necessaria per “fare rete” con i servizi ospedalieri e specialistici pediatrici, i servizi sociali e di neuropsichiatria infantile, un adeguato supporto della domiciliarizzazione del bambino cronico, la possibilità di ricezione telematica dei referti laboratoristici e specialistici etc. 

Bisognerà allora attuare in forma estesa l’Accordo Integrativo Regionale, lo strumento col quale da sei anni i Pediatri di Famiglia in Sicilia hanno offerto alla Regione disponibilità innovative: l’Associazionismo Professionale molto esteso, la Disponibilità Telefonica per sei ore giornaliere, i Presidi di Primo Intervento Pediatrico, che assicurano la presenza del pediatra, in tutti i Distretti Sanitari, per 10 ore (ore 10-20) nei prefestivi e festivi. Bisogna fare il punto: cosa è attuato? Cosa non lo è? Cosa occorre fare? Quali sono le sofferenze e le criticità nelle cure pediatriche sul territorio? Io sono in campo per fare audit, ascoltare, dialogare, programmare. L’Agenda Chiara oggi è AGENDA dei più piccoli, dei minori. E di chi deve curarli, con competenza professionale, etica, disponibilità, collaborazione massima con le famiglie. Dopo il 5 novembre sono certa che, con un Governo Musumeci, potremo farlo. Potete contarci. Ma dipende anche da voi. Da noi.

 

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