L’ Ignoto Marinaio – Il dissesto è politico ed è tutto di Accorinti
L’ Ignoto Marinaio
IL DISSESTO È POLITICO ED È TUTTO DI ACCORINTI
Il dissesto: questa è la prospettiva che si spalanca dinanzi alla giunta Accorinti che da tre anni guida il Comune di Messina. “La crisi è irreversibile”: la Corte dei Conti colpisce duro. Non usa mezzi termini e con dettagli di motivazione condanna i provvedimenti del sindaco “free Tibet” come inefficaci e irregolari. Insomma, il j’accuse della magistratura contabile è ormai noto e i tentativi della Giunta di minimizzare e replicare affidati al vice sindaco ottimato, sono inconsistenti. Dopo tre anni non è più invocabile l’alibi di sempre: la colpa è di quelli prima di noi. Ottima esimente delle proprie responsabilità se Accorinti, dopo la sua elezione, avesse dichiarato autonomamente il dissesto. Invece in tutto questo tempo non lo ha ritenuto necessario e oggi si trova con le spalle al muro, impotente dinanzi alle precise contestazioni dei giudici contabili. Se prima di lui Buzzanca, Leonardi, Genovese, Providenti hanno sbagliato, oggi Accorinti si unisce a loro. Anzi è maggiormente responsabile perché ha fatto degenerare il tutto. Ma cosa significa, sul piano politico, dissesto o comunque agonia contabile, oltre il dato finanziario ? Due cose essenzialmente. La prima. C’è una continuità “in peius” dell’attuale giunta rispetto ai governi locali che l’hanno preceduta. L’attuale primo cittadino ha voluto in questi anni dimostrare più di ogni altra cosa il contrario: lui è nuovo, rivoluzionario, lontanissimo da ogni gestione precedente. Incontaminato e impermeabile rispetto a metodi, prassi, responsabilità di “chi c’era prima”. Di chiunque, di destra o di sinistra. E invece i numeri, quanto di più oggettivo possa esserci, lo inchiodano e gli dicono: sei come gli altri, anzi peggio, la situazione finanziaria è peggiorata e l’hai fatta diventare irreversibile. Il Comune ora, proprio ora, sotto di lui, non si può salvare dal dissesto. Il quale – e questo è il secondo punto politico – se sarà dichiarato non solo non sarà, come afferma Signorino, un buon affare. Sarà il colpo di grazia alla città agonizzante. Oltre al contraccolpo psicologico, le restrizioni di spesa e il sostanziale blocco pluriennale delle attività derivanti dal dissesto toglieranno ogni possibilità di respirare a famiglie, imprese, investimenti e personale. Sarà la paralisi amministrativa, ma anche economica e sociale. Accorinti si ostinerà a dire: tutta colpa di questo e di quello. Ma chi gli crederà stavolta?